AR.TE.TE.CA. (Ar.chivio di Te.sti e Te.stimonianze dei Ca.ntastorie)si configura come un archivio di testi rarissimi in formato elettronico, riprodotti con metodo diplomatico. Ha lo scopo di sviluppare un motore di ricerca testuale in grado di gestire differenti tipi di ricerche: sarà consentito selezionare un testo, piú di un testo, tutti i testi, e interrogarli attraverso maschere per la ricerca di parole, famiglie di parole e concordanze.
L’oggetto principe della ricerca è il corpus De Simone, una ricca e pregiatissima collezione di testi a stampa sette-ottocentesca, dalla “natura letteraria” estremamente singolare, assemblata, per l’appunto, da Luigi Giuseppe De Simone, giudice salentino e studioso poliedrico vissuto tra il 1835 e il 1902.Il corpus è oggi conservato in formato cartaceo originale presso la Biblioteca Provinciale "N. Bernardini" di Lecce.
Si deve al lungimirante impegno di Olga S. Casale, docente di Filologia Italiana presso l’Università del Salento, l’idea di offrire alla consultazione libera nella rete internet un corpus di interessantissimi testi dalla “natura letteraria” estremamente singolare, assoluta novità nell’ambiente web. Il progetto incarna, d’altro canto, quella volontà - piú volte e in altri lavori scientifici ribadita - di tessere un dialogo fecondo tra mondo umanistico e presente multimediale: AR.TE.TE.CA. rappresenta, dunque, il felice prosieguo, nonché l’altra faccia della medaglia, la versione elettronica dell'itinerario nel mondo dei cantastorie, curata dall'Istituto di Linguistica Generale dell'Università del Salento e, in particolare, dal prof. Salvatore De Masi e dalla dott.ssa Annarita Calogiuri che, in qualità di socia Pro Loco Lecce, ha consentito di promuovere anche attraverso il nostro circuito, un patrimonio culturale popolare che rappresenta la parte più profonda e verace delle diverse " anime" italiane nella contestualizzazione sociale, politica ed economica di quel periodo così fecondo ed interessante rappresentato dall'Italia prerisorgimentale.
"I testi, in numero di 237, rilegati in ben sei tomi, - come illustra la dott. ssa Calogiuri, sul sito in oggetto - rivelano immediatamente la propria particolarissima facies: tanto fragili e consunti quanto rari, appartengono al genere dei “libretti popolari”, o Volksbücher, come ama definirli lo stesso giudice; si tratta di libriccini dal contenuto eterogeneo (sia sacro sia profano, perciò storie agiografiche, bibliche, ma anche epiche, d’amore, di briganti, di dei ed eroi, leggende, ricettari, almanacchi), in prevalenza anonimi, diffusi in ogni tempo e in ogni dove da cantastorie girovaghi, veicoli di un sapere semplice ed elementare, sparso a largo raggio geografico e sociale.
Il profilo materiale che li connota ne fa ancor piú un unicum: senza nessuna pretesa di eleganza essi sono stampati su carta di bassa qualità; hanno un formato pressoché similare, con pagine spesso invertite o capovolte, mal numerate o non numerate affatto; si fregiano, generalmente nel frontespizio, di decori, marche tipografiche o vignette xilografiche piú o meno curati a seconda dei tipografi, con soggetti talora attinenti al contenuto dell’operetta, talaltra apposti al solo scopo di decorare lo spazio bianco sotto il titolo; in alcuni casi propongono vignette tra le pagine del libretto in funzione dialogica col testo."
Per accedere al corpus trascritto in originale dalla dott.ssa Calogiuri: http://arteteca.unisalento.it/